di Denis Fava
Venerdì 11 ottobre è andata in scena dal vivo un’intervista a Pierluigi Collina, attuale Presidente della Commissione arbitrale della FIFA, realizzata per il Basement (BSMT), podcast presentato da Gianluca Gazzoli, all’interno della cornice dello splendido Teatro sociale di Trento durante la seconda giornata dedicata al Festival dello Sport.
A questa bellissima chiacchierata di sport e arbitraggio hanno potuto assistere, oltre ad un vasto pubblico di persone, tanti arbitri proveniente da tutte le zone d’Italia. In teatro, come ospiti eccezionali, erano anche presenti Daniele Orsato e il Presidente del Torino Urbano Cairo.
Collina ha affrontato svariati argomenti ripercorrendo tutti i tratti salienti della propria straordinaria carriera, partendo dagli inizi fino ad arrivare all’attuale suo ruolo all’interno della FIFA. Durante l’intera intervista l’ex arbitro italiano si è dimostrato una persona preparata dall’immensa cultura e conoscenza calcistica, affrontando tematiche e problematiche dell’arbitraggio che ha incontrato durante la sua lunga esperienza ad altissimi livelli.
Tra le prime cose ha voluto sottolineare come diventare arbitro molto giovane permetta di “imparare a prendere decisioni in un’età in cui sono gli altri che le prendono per noi”, diventando di conseguenza più autonomi e responsabili anche nella vita. Successivamente, dopo aver parlato della propria esperienza al Mondiale di calcio del 2002, ha affrontato la tematica della routine di un direttore di gara prima dell’inizio della gara, sottolineando come “il modo migliore per prepararsi al meglio e approcciare qualcosa di importante è quello di vivere tutto come qualcosa di routinario e abituale”, in maniera quindi da svolgerlo senza pressioni e ansie eccessive.
Altro passaggio interessante dell’intervista ha riguardato il rapporto con i calciatori, dentro e fuori dal campo. Collina ha affermato di aver sempre avuto un bel rapporto con i giocatori e, soprattutto ora avendo un ruolo importante all’interno della FIFA, ha spesso modo di incontrarne diversi, alcuni di questi tra i più importanti nella storia del calcio. Un elemento importante che ha sottolineato, a tal proposito, è come un arbitro dovrebbe vivere la propria gara insieme ai calciatori. Collina ha infatti ribadito di “vivere i momenti della partita proprio come i giocatori, per far capire a tutti che in quel momento anche l’arbitro è come loro”, creando un’empatia con tutti sul terrendo di gioco.
Da dove arriva la soddisfazione più grande in campo? “Essere accettato anche nell’errore”. Quando ciò accade, spiega Collina, significa che “le persone hanno gande fiducia in te”. La sfida più grande di un arbitro sul terrendo di gioco è quindi quella saper difendere la propria decisione, nonostante magari non sia quella corretta. Un’altra difficoltà del mondo dell’arbitraggio e che, per certi versi è accomunabile anche ai calciatori, è quella di riuscire a mantenere alto il livello in campo, sapendo di essere un arbitro di livello, anche durante partite di fascia minore; in merito, Pierluigi ha fatto l’esempio di se stesso che qualche giorno prima si trova ad arbitrare una gara di Champions League e subito dopo la serie B. Mantenere lo stessa soglia di concentrazione anche nella seconda gara è sintomo di grande carattere e professionalità.
Dopo aver raccontato il simpatico episodio di Mazzone durante il famoso derby lombardo Brescia-Atalanta del 2001, Collina ha iniziato a trattare argomenti più attuali, tra cui l’uso della Var. A tal proposito ha definito questa tecnologia come “un paracadute che chi vola vuole avere”, indicandola come uno strumento di salvataggio che l’arbitro in campo ha a disposizione; “si era arrivati ad un calcio in cui tutti nello stadio potevano riguardare l’accaduto, mentre l’unica figura a non poterlo fare era proprio quella che doveva prendere la decisione”. A questo ha poi aggiunto che, a differenza di sport come il tennis, nel calcio esisterà sempre l’interpretazione soggettiva del direttore di gara che non potrà mai essere cancellata da nessuna tecnologia.
Di seguito ha poi affrontato il tema del cambio di regole negli ultimi anni, definendo il calcio come uno sport molto “conservativo”, ma che oggi tende maggiormente a tutelare l’incolumità dei calciatori con regolamenti più severi. Nonostante questa scarsa propensione al cambiamento, il Presidente della Commissione arbitri FIFA ha ribadito come siano tante le proposte che vengono fatte oggigiorno in merito ad un cambio del regolamento, una fra tutte quella dell’inserimento del tempo effettivo che, però, non mette ancora tutti d’accordo.
In conclusione dell’intervista Collina ha parlato della tematica del tifo e delle passioni, sostenendo come “ogni arbitro da piccolo ha avuto necessariamente passione per qualche squadra di calcio, ma quando si cresce si pensa alla propria professione e a se stessi dimenticandosi dei colori”. A tal proposito, essendo di Bologna, ha quindi riportato l’esempio di una sua iniziale passione per la squadra emiliana, passione che però negli anni lo ha portato a vedere la squadra come un insieme di calciatori “con una maglietta a strisce rosse e blu”, sottolineando quindi come prevalga esclusivamente la propria realizzazione professionale rispetto al tifo verso certi colori, nonostante magari l’ambiente esterno pensi il contrario.
Al termine dell’intervista Collina ha ringraziato l’intera platea e si è concesso per foto e autografi a tutti i presenti.
Quella a cui abbiamo avuto il piacere e l’opportunità di assistere è stata un’intervista unica e irripetibile che ci ha dato l’occasione di ascoltare le parole impregnate di esperienza e passione di un grande della storia del calcio, sia fuori che dentro al campo; semplicemente…Pierluigi Collina.